Nella foresta amazzonica, tra migliaia di differenti tipi di piante e animali, ci sono ancora alcune popolazioni che vivono lontano dalla civiltà.
Gli Yanomami sono uno dei gruppi etnici più antichi e loro mani sono gli strumenti principali con cui costruiscono la grande casa comune, lo yano, detto anche sciabono o maloca, una enorme struttura collettiva di forma circolare, che può ospitare fino a 400 persone, coperta ai lati e aperta nella zona centrale.
Si viene così a creare una sorta di piazza pubblica solitamente dedicata alla socialità della tribù e nella parte coperta invece si riuniscono le famiglie.
Questa abitazione archetipa è stata il riferimento per la realizzazione del “Centro per la produzione e l’esposizione dell’artigianato locale” a Puerto Nariño, un comune del Dipartimento di Amazonas nella Colombia del Sud dove vive il popolo Ticuna.
L’architetto cileno Sebastian Contreras Rodriguez, ci racconta il progetto di Puerto Nariño nel suo articolo “Sapere ancestrale e modernità costruttiva” dove descrive le problematiche del contesto e le caratteristiche della della struttura.
L’opera, realizzata in legno, è costruita su una piattaforma su plinti di calcestruzzo, ha forma circolare e all’interno presenta una piazza centrale sul modello delle tradizionali maloca e yomi.
Learning by doing (Imparare facendo) è stato l’approccio che ha guidato la costruzione del Centro a cura della stessa popolazione.
A giovarsi della sinergia tra teoria e pratica non è solo il lavoro manuale ma la comunità: dosando autonomia, improvvisazione, condivisione delle informazioni, rispetto delle regole e dell’ambiente, non si costruisce solo un oggetto o un edificio ma anche, sottolinea Sennett, una “persona più giusta” perché in grado di relazionarsi con il mondo.