Stefano Mancuso, neurobiologo di fama internazionale, docente presso l’Università di Firenze, in questa intervista affronta la relazione tra attività umane, riduzione della biodiversità ed insorgenza delle epidemie.
Nell’intervista Stefano Mancuso si parla della relazione tra cambiamento degli ecosistemi, attività umane ed insorgenza di nuove malattie, per cui l'annientamento biologico, dovuto al nostro impatto sugli ecosistemi, modifica le relazioni tra gli esseri viventi.
Secondo Mancuso, per ristabilire tale relazione, dobbiamo affrontare un cambiamento totale dei nostri stili di vita e della nostra concezione di economia e del senso che ci collega alla Terra.
Dobbiamo invertire la tendenza allo sfruttamento delle risorse partendo da come viviamo negli agglomerati urbani e da come li concepiamo, partendo dall’esigenza di riportare la natura in città introducendo negli spazi urbani, la maggior quantità possibile di piante diverse, in modo da renderle parte integrante della struttura di un agglomerato urbano.
Seguendo questo principio, le foreste urbane, sia all’esterno che all’interno degli edifici, avrebbero effetti benefici sulla città e gli abitanti: Un esempio di questo concetto è la “Fabbrica dell’aria”, un sistema di depurazione realizzato all’interno dei locali di Manifattura Tabacchi a Firenze.
Inoltre, si potrebbero così immaginare le città del futuro sommerse dalle foreste con edifici che s’intravedono appena, con sistemi di mobilità intelligenti, leggeri, magari aerei, si libererebbero grandi superfici che potrebbero quindi essere piantumate.
Le strade delle grandi città si trasformerebbero in straordinarie foreste-giardino, diventando l’elemento caratterizzante di una nuova forma dell’ambiente urbano.